Un breve dizionario tra il serio e il faceto passa in rassegna alcuni degli aspetti chiave nella pesca al nostro amico esocide.
A come Ancoretta. Quelle originariamente attaccate ai nostri artificiali spesso non sono di qualità eccelsa e tendono a raddrizzarsi sotto sforzo. Proviamo a forzarle un po’ manualmente e se vediamo che son troppo “tenere”, sostituiamole con un prodotto di prima qualità.
B come Boga. Viene usato per afferrare saldamente il luccio dalla punta della mandibola inferiore, ma può provocare lacerazioni e seri danni per l’esocide. Meglio lasciarlo a casa.
C come Casting. Senz’altro il miglior sistema di pesca per il luccio. La potenza nel recupero e la possibilità di gestire con disinvoltura trecce di grosso libbraggio e il lancio di artificiali di grandi dimensioni non trova infatti riscontro nello spinning tradizionale.
D come Drakovic. L’innovatore del mort manie noto soprattutto per il particolare tipo di montatura che porta il suo nome. Ma a noi puristi dell’artificiale non piace sporcarci le mani con pesciazzi morti.
E come Esocide. La famiglia a cui appartiene il luccio e di cui, sul patrio suolo, è l’unico rapresentante nelle due varianti di luccio italico o nostrano e luccio europeo.
F come Figure 8. Ovvero la figura dell’otto, da far compiere all’artificiale sotto alla barca per indurre all’attacco il luccio in seguita. Sicuramente efficace per i Musky Nordamericani e per esocidi di altre latitudini, vedi Svezia o Irlanda, nel nostro paese non ha dimostrato ancora la sua validità.
G come Guadino. Molto ampio e a maglia finissima, modello carp-fishing per intenderci, per evitare al luccio di rimanervi impigliato per le pinne o per l’apparato opercolare, cosa che può provocargli davvero seri danni.
H come Hot spots. Chi ce li ha (beato lui) se li tien cari non li rivelandoli a nessuno (e fa bene).
I come Irlanda. Il paradiso del luccio! Chi non sogna di immergere i propri artificiali nelle limpide acque della terra di elfi e folletti (ma soprattutto di grossi esocidi) scagli la prima pietra.
J come Jerk. Un grande classico made in U.S.A., dove però sono impiegati principalmente per tutt’altro tipo di esocidi, i Musky. Nel Nord Europa hanno ottenuto un grande successo anche con il luccio ma nel nostro paese procedono ancora a risultati alterni. Da provare.
K come Kit di artificiali per il luccio. Devo consigliare il mio kit ideale di esche per l’esocide? Allora sceglierei: un rotante (martin 20 o 28), un ondulante (EIRA da 18gr), uno spinnerbait (3/4 oz., grande pala willow), un jerk (salmo slider da 12cm), un cranck (jointed x-rap) ed un esca in gomma (bull dawg regular).
L come Luccio. E cos’altro sennò ?!? Il più grande predone nostrano d’acqua dolce è oggi messo in seria difficoltà dall’inquinamento, dal degrado idro-geologico e dall’arrivo di predatori stranieri che hanno oramai invaso tutti gli ecosistemi della nostra penisola. Chi lo ama come noi ha il dovere di difendelo.
M come Martin. L’artificiale italiano per eccellenza. Un mito! Chi l’ha deriso e abbandonato, abbagliato dalle lusinghe dei nuovi super-artificiali d’oltreoceano, è andato spesso incontro ad una serie di cappotti spaventosi. Nelle grammature da 20 o 28 grammi rimane, a mio avviso, uno dei migliori artificiali per il luccio, almeno alle nostre latitudini.
N come No-Kill. Per i motivi esposti alla lettera L, è quanto mai doveroso da parte nostra praticarlo senza eccezioni, cercando di divulgare il più possibile questa fondamentale filosofia; da sola, siamo d’accordo, non può bastare a salvare il luccio nel nostro Paese, ma un buon contributo lo può dare.
O come Ondulante. Una delle classiche esche per il luccio, una volta considerato l’esca da esocide per eccellenza. Capostipite i mitici “Occhio liscio” (ne ignoro il vero nome) e sopprattutto l’EIRA, oggi fuori produzione, che nelle grammature da 30 e 18 ha mietuto forse più “vittime” di qualsiasi altro artificiale.
P come Presa. Opercolare nella fattispecie. Per chi non la conoscesse, questa tecnica consiste nell’afferrare il luccio dalla parte interna della mascella destra con la mano destra (o sinistra con la mano sinistra), appena al di sopra dell’apparato branchiale, per poi innalzarlo supportandone il peso del corpo con l'altra mano ed evitando la posizione verticale.
Una volta che abbiamo imparato ad esercitare questo tipo di presa con la dovuta maestria, potremo anche sostituirla direttamente all’uso del guadino, ma solo quando la nostra pratica diverrà tale da renderla totalmente sicura sia per noi che per il pesce.
Q come Quando? Nel senso, quando è il momento migliore per pescare i grossi lucci? Generalmente il tardo autunno (Novembre – Dicembre) dopo che il freddo si è già fatto sentire “inchiodando” la minutaglia, o a primavera (Aprile - Maggio perché in Marzo la pesca è chiusa quasi ovunque) nel periodo successivo alla frega. Ma le eccezioni son sempre in agguato…
R come Recupero. Generalmente è consigliato lento per il luccio, ma nuove tendendeze tendono a smontare questo preconcetto. Pare infatti che usando grossi artificiali muniti di pala, come ad esempio gli spinnerbait o gli spinshad, una delle tecniche più redditizie per smuovere i grossi lucci sia quella di farglieli frullare sotto il naso a grandissime velocità.
S come Spinnerbait. Un’altra grande esca per il luccio! L’amo singolo posizionato dietro al corpetto gli permette di lavorare correttamente anche in presenza di erbai o di ramaglie sommerse. E’ l’esca principe del periodo primaverile o di inizio autunno, prima che il grande freddo cancelli le praterie sommerse in bacini e corsi d’acqua vari. Il suo miglior pregio, la capacità di incagliarsi raramente, rappresenta anche il suo maggior difetto: mai come con questo artificiale, infatti, si perderenno parte delle “mangiate”.
T come Trecciato. Da preferire largamente al monofilo per la pesca al luccio per la sua migliore resistenza a parità di diametro e soprattutto per la mancanza di elasticità che favorisce la ferrata.
U come Utili. Anzi indispensabili! Parlo del cavetto metallico come terminale e di un buon paio di pinze per la slamatura. Mai rinunciarvi in nessun caso.
V come Vivo. Uno dei metodi tradizionalmente più usati per la pesca al luccio. In mani inesperte può però provocare gravi danni al nostro predone preferito. Meglio lasciar perdere.
W come Wave Worms tiki - shadick. Nella versione da 9” è una delle esche in gomma più efficaci per il luccio, insieme ai Fin’s Fish, ai Bull Dawgs e ai grossi grub di vario tipo.
X come X-rap. La versione jointed grande è per me il miglior crank per il luccio in circolazione.
Y come Yamamoto. Ovvero l’inventore dei micidiali Senko! Cosa c’entra con il luccio? Non molto, per la verità anche se con la misura da 7'...
Z come Zone no-kill. Sulla spinta di movimenti come il nostro stanno spuntando sempre più numerose, specie nel nord-est della nostra penisola. Inutile sottolineare la loro grande importanza nella difesa di questa specie oramai più che in pericolo. Rispettatele e fatele rispettare.
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