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mercoledì 27 gennaio 2010

2010: anno della biodiversità

L’anno appena iniziato pone all’attenzione del mondo intero la questione dell’inesorabile impoverimento ambientale del pianeta a seguito della distruzione di habitat ed ecosistemi. Da tempo le nostre acque lanciano segnali oltremodo allarmanti in tale direzione.
Il 2010 è stato infatti proclamato dall’ONU “Anno Internazionale della Biodiversità”, un’occasione per la diffusione anche tra noi pescatori di una nuova “coscienza verde” che prescinde dalla passione per una specie o per l'altra.La Convenzione sulla diversità biologica (CDB), entrata in vigore il 29 dicembre 1993, ha tre obbiettivi principali: conservare la diversità biologica, utilizzarla in modo durevole e spartire i benefici che ne derivano in modo giusto ed equilibrato. Biodiversità è il termine che designa tutte le forme di vita sul pianeta Terra, quella di cui siamo testimoni, in quest’epoca storica, è il frutto di un’evoluzione durata miliardi di anni sotto l’egida dei processi naturali e, sempre più, sotto l’influenza degli esseri umani.
In questa “diversità” vengono incluse le molte varietà di piante, di animali e di microrganismi, ma anche le differenze genetiche all’interno di ogni specie (es: luccio nostrano e luccio alloctono). Dalla scoperta dell’agricoltura, passando per la rivoluzione industriale e arrivando ai giorni d’oggi, abbiamo rimodellato paesaggi, animali, deciso (spesso inconsapevolmente) estinzioni di esseri viventi in modo irrimediabile, senza tenere conto di tutto ciò.
Nonostante il nostro modo di vivere sia molto cambiato col passare del tempo, basti pensare alla nostra alimentazione, oggi condizionata dal commercio degli alimenti piuttosto che dalle stagioni o dalla natura, la diversità biologica deve essere difesa perché è il pilastro della civiltà.

Anguilla e storione due specie in pericolo

Non ci rendiamo conto che la frammentazione e il degrado fino alla scomparsa di foreste, di zone umide, di barriere coralline e di altri ecosistemi costituiscono la più grave minaccia che possiamo procurare al pianeta ed a noi stessi. Per non menzionare il fatto che flora e fauna simboleggiano e fanno parte del nostro stesso mondo biologico. In questo senso la progressiva scomparsa dell'anguilla è ormai un problema a livello europeo, così come per le nostre acque dolci sono in pericolo molte specie autoctone quali lo storione, la marmorata, il luccio e la tinca solo per nominare quelle più note.
Per questi motivi, nell’aprile 2002, i paesi firmatari della Convenzione, hanno deciso entro quest'anno “una riduzione significativa dell’attuale ritmo di impoverimento della biodiversità a livello mondiale, regionale e nazionale col fine di contribuire all’attenuazione della povertà e al profitto di tutte le forme di vita sulla Terra” (Countdown 2010). Un “patto” inserito nel 2007, durante il Summit Mondiale per lo Sviluppo Durevole delle Nazioni Unite (tenutosi a Rio de Janeiro) tra gli obbiettivi dello sviluppo del Millennio.
La sempre crescente attenzione di organi sopranazionali verso queste tematiche, ha forse toccato il suo punto più alto nella giornata del 20 dicembre 2006, quando l’Assemblea Generale dell’ONU ha proclamato il 2010 “Anno Internazionale della Biodiversità” e ha designato il segretariato della Convenzione sulla Diversità Biologica come focal point dell’anno. Invitando inoltre il segretariato a collaborare con le agenzie delle Nazioni Unite interessate, le organizzazioni internazionali e gli altri attori che si occupano di ambiente, per sensibilizzare l’opinione pubblica e stimolare i governi ad un maggiore impegno a livello globale e locale, nella speranza che il tempo perduto non risulti incolmabile.
Link dossier VWF stato ittiofauna autoctona 2008