Esox 2000 è un club associato ad Esox Italia

sabato 16 gennaio 2010

Ripopolamenti e tutela del luccio nella provincia di Ferrara

Il principale scopo dell'Esox 2000 è quello di tutelare e preservare il luccio e gli ecosistemi fluviali e di diffondere una nuova mentalità nell'ambito della pesca sportiva al luccio in cui la pratica del catch & release rappresenta solo il punto di partenza e non il punto di arrivo. Il luccio, infatti, è un importante indicatore biologico ed ha una rilevanza ecologica notevole.
Questo sia per la posizione di vertice nella struttura alimentare di un sistema di acque dolci, sia per le proprie esigenze biologiche legate alla riproduzione, spesso in contrasto con l'attuale condizione ambientale di molti fiumi e canali. Dunque per pochi altri pesci come per il luccio parlare di tutela significa parlare di ambiente.
In questa direzione molti di noi si sono impegnati e si impegnano insieme ad altri club e associazioni in Emilia-Romagna e Veneto con lo scopo di introdurre nuove normative di pesca che tutelino il luccio ove questo è presente e gradualmente di reintrodurlo nelle zone dove originariamente era presente ed oggi, per diversi motivi, è quasi scomparso. Il ferrarese da questo punto di vista è un esempio drammatico. Infatti, l'area di origine in Italia del luccio, secondo molti autori, è proprio nel distretto Padano-Veneto fino ad includere le zone della Provincia di Ferrara. Tali zone, si pensi ad esempio alle aree di bonifica, hanno sempre rappresentato un ambiente ideale per il luccio e fino a qualche decennio fa la sua popolazione era una tra le più numerose di tutta Italia.



La situazione di partenza del ferrarese sul fronte luccio (e autoctoni in generale) era ed è drammatica, le cause della scomparsa sono molteplici ed è difficile classificarle per importanza. Inquinamento a diversi livelli, gestione sconsiderata dei livelli idrici e presenza di alcuni alloctoni (amur e siluro) sono i principali responsabili, ma la questione è lunga e spinosa e non credo sia opportuno affrontarla superficialmente in queste poche righe. Solo alcuni dati relativi al periodo 2007-2008. Sono dati inediti, che saranno presentati dagli ittiologi dell'Università di Ferrara nei prossimi mesi.
Nei canali di bonifica la biomassa alloctona è pari al 98% (63% carpa e siluro), nel Po è pari all'86% (58% carpa e siluro). La percentuale minore del Po è dovuta alla proliferazione del muggine (13%) a cui si è assistito negli ultimi anni. Storione, luccio, tinca e persico reale possono essere considerati quasi estinti. La biodiversità è quasi sparita del tutto e la piramide ecologica (piante acquatiche-erbivori-carnivori partendo dalla base) è invertita, ossia non c'è più vegetazione acquatica e i pesci, ciprinidi inclusi, hanno ormai una dieta prevalentemente ittiofaga. I dati si commentano da soli.




Le zone individuate per i ripopolamenti, con il supporto degli ittiologi dell'Università di Ferrara, sono state scelte sulla base del contesto ambientale e del potenziale in termini riproduttivi del posto (ridotta presenza di alloctoni, livelli idrici stabili e buona presenza di vegetazione). Da quanto detto sopra è evidente che le zone che rispondono a queste caratteristiche non sono molte e a maggior ragione dunque vanno tutelate ie preservate. Queste zone, salvo imprevisti, dovrebbero diventare da questa primavera le prime zone no-kill per il luccio di tutta la provincia.



Diversi tentativi negli anni passati erano stati fatti, ripopolando con avannotti di luccio. Gli esiti sono stati nulli, la presenza numerosa di grossi siluri e uccelli ittiofagi fa si che questi vengano predati immediatamente. La strategia dunque è stata quella di massimizzare il potenziale di sopravvivenza del luccio usando esemplari già adulti e quindi difficilmente predabili. La speranza è che questi primi ripopolamenti abbiano successo e ci aiutino a capire in quale direzione muoverci, aiutando nel futuro gli ittiologi e le iniziative di recupero ambientale quantomeno di piccoli corsi.

Le immagini a corredo sono relative alle azioni di ripopolamento effettuate nel 2009 in future zone no-kill della Provincia di Ferrara con la collaborazione della Provincia di Ferrara, dell'ARCI Pesca, della FIPSAS e dell'Università di Ferrara.